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Commenti su film appena visti


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The Marvels (2023) di Nia DaCosta

 

La Fase 5 è iniziata molto male con Ant-Man and the Wasp: Quantumania e sta proseguendo peggio con questo film, che potrebbe essere considerato il terzo e si spera ultimo capitolo di una saga dell'orrido iniziata con Thor: Love and Thunder e proseguita appunto con il film incentrato su Scott Lang. Il film è però interessante dal punto di vista economico e sociologico: nel primo caso, perché è costato più di 200 milioni di dollari ma non si capisce bene dove siano andati a finire, data la resa visiva e tecnica pezzente "che con trentamila lire il mio falegname la faceva meglio" (cit.); nel secondo, perché il sempre maggiore abbrutimento e appiattimento dei dialoghi che stanno subendo i cinecomics danno da pensare che zitti zitti i dirigenti Disney hanno cominciato ad usare la IA per scriverli, e questo giustificherebbe i recenti scioperi degli sceneggiatori.

Sotto l'aspetto recitativo, Brie Larson è legnosa come sempre e non so se userà la scusa dei "maschi kattivi" per spiegare un esordio così pessimo del film nelle sale. Mi chiedo se Feige e colleghi abbiano capito che Captain Marvel aveva incassato bene perché era stato furbamente venduto come anello di congiunzione tra Infinity War e Endgame, così come Black Panther (film appena superiore alla pellicola di Boden e Fleck) era stato ottimamente ricevuto grazie al fatto che precedeva Infinity War.

Considerazioni sulla scena a metà dei titoli di coda (non vi preoccupate, non ce ne sono dopo la fine dei titoli) SPOILER PESANTI

Spoiler

la gradita apparizione di Hank McCoy, sempre interpretato da Kelsey Grammer e doppiato da Stefano Mondini, rafforza l'idea di una fusione (o scontro, chissà) tra i vari universi Marvel, quindi nel caso specifico l'MCU con quello Fox.

In definitiva, un film che se fosse uscito 20 anni fa sarebbe andato direttamente in home video, mentre oggi può diventare spunto per critici cinematografici, sociologici e forse anche psichiatri.

 

Voto: 4

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10 ore fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:

perché è costato più di 200 milioni di dollari ma non si capisce bene dove siano andati a finire

 

Questo é un argomento interessante, dal momento che uno dei problemi che sta affrontando l'industria é proprio quello dei continui flop, e che é stato dimostrato piú volte che non sono necessarie quelle cifre se si pianifica bene il lavoro e si sa cosa si vuole dire. Il motivo di queste cifre, credo sia da cercare proprio nel modo in cui questi progetti vengono ideati: Disney & co. devono seguire un calendario molto fitto, senza lasciare troppe finestre vuote ma senza pestarsi i piedi da sola. Poco tempo per la pianificazione, riprese iniziate senza neppure una vera sceneggiatura, reboot costanti, effetti speciali da rifare piú volte, e probabilmente compensi per gli attori astronomici, visto che ci si vuole assicurare la presenza per ogni futuro progetto che li riguarda.

Non vedo un gran futuro per un cinema fatto cosí, francamente. Poteva funzionare quando sfornavano un film all'anno, ma ora, con piú film e serie tv..

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il problema è che dopo oltre 10 anni questi film hanno stancato. se prima l'interesse maggiore era che tutti i film facevano parte di un piano generale, adesso anche questo aspetto si è perso del tutto. poi parliamoci chiaro ma di tutti questi prodotti, tra film e serie tv, se ne salvano veramente pochissimi. rimangono un discreto intrattenimento, ma quando fai una seconda visione perdono tantissimo.

non puoi pensare di proporre film fatti con lo stampino e dare x scontato sempre grandi incassi.

poi oltretutto si è lasciato spazio alla comicità a discapito delle trame e dell'epica. e ti ritrovi a vedere dei cinepanettoni fatti per altro male...

 

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Assassinio a Venezia (Kenneth Branagh, 2023)

 

Mi é molto piaciuto il primo, un pó meno il secondo (a causa della pesante CGI che hanno usato al posto dei bellissimi, veri scenari del Nilo) e questo mi é piaciuto ancora meno. Gli ingredienti, per caritá, c'erano piú o meno tutti. Il problema é che lo hanno costruito come un film horror leggero tipo classica casa infestata, ma senza vero horror e senza particolari originalitá (i riflessi negli specchi? Sul serio?). Sembrava quasi una parodia di quel genere di film. Ma si tratta pur sempre di un "giallo", non di un horror, per cui... non fa nessuna paura. Solo che alla parte "soprannaturale" e "orrorifica" hanno dato cosí tanto spazio che quando poi arriva l'epifania, quando poi Poirot capisce tutto e parte lo spiegone finale, sono rimasto spiazzato, perché quasi mi pareva che non ci fosse stata nessuna vera investigazione, nessuna pista seguita, nessuna deduzione esplicitata durante il film. Solo una serie di indizi casuali, persi nel minestrone pseudo-horror, che alla fine sono improvvisamente culminati nella illuminazione finale.

 

Secondo me, ha fallito sia come film horror (cosa su cui aveva molto puntato il trailer) che come giallo classico, e di entrambi aveva tutta una serie di cliché piuttosto corposa.

 

Ma poi, siamo sicuri che venisse festeggiato Halloween nella venezia di inizio 900?

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Il  problema di questa saga è proprio il fatto che alla fine tutto si risolve con una mega intuizione di un  Poirot che fino a 5 secondi prima brancola nel buio quanto gli spettatori.

I due film knives out sono molto meglio come gialli visto che forniscono indizi allo spettatore sin da subito.

 

NAPOLEONE

infilare in due-tre ore la vita del corso era chiaramente impossibile senza tagliare.

Dividerei il film in due parti con l'incoronazione come spartiacque.

Nella prima, la migliore, si mostra il decennio post rivoluzione. Il film qua scorre bene alternando tra guerra,politica e vita privata ( un po' troppo chiaccherata dai giornali in realtà per essere davvero definibile come  privata ).

Proprio il rapporto con Giuseppina diventa chiaramente l'intelaiatura del film nella seconda parte dove gli aspetti politici e militari non mancano ma sono abbastanza decontestualizzati e sembrano quasi messi lì perché si dovevano spuntare delle voci da un elenco di cose obbligate.

Per fare un esempio, si passa in in pochi secondi dal ritorno dalla Russia all'esilio all'Elba senza spiegazioni, come se Napoleone fosse stato scaricato di colpo da tutta la Francia.

Come prevedibile, seguono poi i cento giorni e una battaglia di Waterloo con tutti i crismi tipo l'immancabile scena della  cavalleria che si schianta contro i quadrati di fanteria inglesi. Il tutto, come dicevo, sullo sfondo del rapporto con Giuseppina, che dal momento del divorzio diventa una sorta di figura irraggiungibile per Napoleone, stretto e tormentato tra il suo presunto destino e il rapporto sentimentale che vede come la cosa più vicina alla felicità domestica. Fedele a questo principio, non sorprenderà che  Waterloo arrivi pochi giorni dopo che il rapporto tra queste due persone è giunto a una svolta decisiva.

 

Concludendo, un film da 6,5 in cui Scott mette in scena vicende note da un'angolazione diversa dal solito. Peccato che nella seconda parte politica e guerra rimangano troppo sullo sfondo . A parte forse Mosca vuota, manca proprio  un momento memorabile o una scena tecnicamente innovativa da ricordare in futuro.

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