Sandor Clegane

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Sandor Clegane
Dati personali
271
Mastino
Nobile Casa Clegane
Guardia Reale
Apparizioni
A Game of Thrones - A Clash of Kings
Serie TV
Rory McCann
Alessandro Messina
Prima stagioneSeconda stagione

Sandor Clegane, soprannominato “il Mastino”, è la guardia del corpo del Principe Joffrey[1] e successivamente un membro della sua Guardia Reale.[2]


Descrizione fisica

È un uomo alto e muscoloso[3], con spalle possenti[4], anche se è più piccolo rispetto a suo fratello Gregor.[5]

Ha il lato sinistro del volto[4] sfigurato da una spaventosa ustione[6]. Pur non avendo perso la capacità di vedere, il suo occhio sinistro è circondato da una massa di carne dura e annerita, solcata da cicatrici che luccicano di un rosso umido. Al posto dell'orecchio ha solo un buco bruciato, e sullo stesso lato del volto è visibile l'osso della mandibola. Il lato destro del volto invece è scarno e mostra uno zigomo affilato.[4]

Ha i capelli neri[3] e sottili, che porta lunghi e pettinati da destra a sinistra perché sul lato ustionato della testa non cresce più nulla.[4] La fronte è bassa, gli occhi grigi ed il naso largo e adunco.[4]

A causa delle ustioni che gli sfigurano metà volto, le sue labbra si distorcono quando parla.[7] La sua voce è roca[8] e raschiante[7], dalla tonalità fredda e metallica[9], e la sua risata sembra il ringhio di un cane in una fossa.[4]

Indossa abitualmente un'armatura color cenere ed un elmo nero raffigurante la testa di un mastino ringhiante.[8] Porta il mantello bianco della Guardia Reale, trattenuto da una spilla ingioiellata, sopra una grezza tunica marrone e un farsetto di cuoio borchiato.[7]

Descrizione psicologica

È abile con la spada[8] e combatte con ferocia.[4]

È un uomo disincantato che disprezza le convenzioni sociali e i titoli nobiliari, ed in particolare quello di cavaliere, secondo lui troppo spesso dato a persone che non lo meritano.[4] Nutre una profonda rabbia verso tutto e tutti, che dimostra con atteggiamenti di scherno, aggressività e vera e propria crudeltà.[1]

Non crede negli dei in quanto il mondo è pieno di ingiustizie, e ritiene che chi non è in grado di difendersi tanto vale che muoia per lasciar spazio a chi è in grado di farlo.[10]

Non vuole che si parli del suo passato ed in particolare del modo in cui si è procurato le ustioni che gli deturpano il volto.[4] È inoltre molto spaventato dal fuoco, anche se si sforza di non darlo a vedere.[11]

Beve frequentemente, gioca d’azzardo e si concede una prostituta di tanto in tanto.[12]

È molto legato al suo cavallo.[11]

Ha un rapporto ambivalente con Sansa Stark, verso cui mostra un atteggiamento aggressivo[4] ma che arriva a prendere a cuore dandole insegnamenti di vita duri ma utili.[9] È l’unico membro della Guardia Reale a non colpire la ragazza quando Joffrey la fa picchiare, e cerca di proteggerla dalla crudeltà del suo fidanzato senza opporsi apertamente a lui e apparendo distaccato nei suoi interventi.[7] Pur continuando a rivolgersi a Sansa in modo brutale e derisorio chiamandola “uccellino”[13], ha tuttavia dei gesti gentili nei suoi confronti[14] e sembra tenerla costantemente d’occhio.[10]

Odia a morte suo fratello Gregor, ma non vorrebbe mai che qualcun altro oltre a lui lo uccidesse.[15]

Serve Joffrey con fedeltà, prendendo le sue parti nelle dispute[3] ed eseguendo i suoi ordini.[9]

Resoconto biografico

Il volto deturpato

"Solo un uomo che ha provato il morso del fuoco sa cos'è l'inferno, quello vero."


Durante l'infanzia di Sandor un intagliatore che vive nel villaggio del feudo della sua famiglia è solito inviare al castello dei giocattoli per ingraziarsi il favore del suo signore. Nel 277 Gregor riceve pertanto una marionetta di legno raffigurante un cavaliere, dotato di arti snodati che permettono di farlo combattere. Sandor ne resta così affascinato da non resistere alla tentazione di rubarla, giocandoci poi sempre di nascosto nel terrore di essere sorpreso dal fratello. Scoperto il furto, Gregor lo punisce premendogli il volto su un braciere ardente e non lasciandolo andare finché non arrivano tre uomini a trascinarlo via. Ustionato gravemente, Sandor viene medicato con gli unguenti dal maestro del castello, ma resta comunque sfigurato. Per proteggere Gregor, il padre mette poi in giro la voce che il letto del figlio minore abbia preso fuoco.[4]

Sandor uccide il suo primo uomo nel 283, a dodici anni.[3]

Sua sorella muore in giovane età in strane circostanze e in seguito suo padre resta ucciso in un incidente di caccia, ma si sospetta che in realtà siano stati entrambi assassinati da Gregor. Alla morte del padre, Sandor si mette al servizio dei Lannister pur di non servire il fratello, che assume il comando della casata; da allora non fa più ritorno al castello di famiglia.[5]

Guardia del corpo del Principe Joffrey

"Si è messo a correre." Sandor Clegane rise in faccia a Ned. "Non è stato abbastanza veloce."


Sandor viene scelto dalla Regina Cersei come protettore personale di suo figlio Joffrey.[1]

Nel 297 viene disarcionato in torneo da Ser Barristan Selmy.[16]

Dopo la morte del Primo Cavaliere Lord Jon Arryn, Sandor fa parte del gruppo che segue Re Robert nel viaggio a Grande Inverno in quanto guardia del corpo del Principe Joffrey.[6] Durante la sua permanenza al castello degli Stark offre costante supporto e appoggio al principe, anche quando questi si comporta in modo sprezzante verso gli altri.[3][8]

Durante il viaggio di ritorno della corte verso Approdo del Re, resta sempre al fianco di Joffrey, salvo quando lui gli ordina di allontanarsi per lasciarlo solo con la promessa sposa Sansa, che è spaventata da lui.[1] Dopo lo scontro tra il principe e Arya Stark in riva al Tridente, mentre la ragazza è ancora dispersa nel bosco, è tra gli uomini inviati alla sua ricerca; non riesce a trovare né lei né Nymeria, ma in compenso trova e uccide il suo amico Mycah, colpendolo da cavallo mentre scappa, tagliandolo quasi in due dalla spalla alla vita. Riporta il cadavere del ragazzo al castello di Darry e reagisce con derisione alla disapprovazione di Lord Eddard.[17]

In seguito, tornato nella capitale, partecipa al Torneo del Primo Cavaliere, dove si distingue per il suo stile feroce. Nel suo ultimo scontro della prima giornata di giostre affronta e disarciona Renly Baratheon, accedendo alle semifinali del giorno successivo.[4] Al termine della prima giornata del torneo, dopo essersi ubriacato al banchetto, su ordine di Joffrey scorta Sansa alla Fortezza Rossa. In tale occasione, irritato dall'evidente disgusto della ragazza per il suo volto sfigurato, prima la deride definendola un uccellino che ripete quanto le è stato insegnato, quindi le impone di guardarlo e le racconta con rabbia la propria storia, minacciandola di morte se la rivelerà a qualcuno.[4] Il giorno successivo, alla ripresa del torneo, si scontra con Ser Jaime Lannister e lo sconfigge. Quando, nell'altra semifinale, il fratello Gregor attacca proditoriamente Ser Loras Tyrell pur essendo già stato disarcionato e sconfitto, interviene per difendere il Cavaliere di Fiori. Lo scontro tra i due fratelli viene fermato da Re Robert, quindi Ser Loras, riconoscente, gli concede la vittoria senza disputare la giostra finale. Sandor viene acclamato vincitore del torneo, aggiudicandosi così il premio di quarantamila dragoni d'oro.[5]

Quando, qualche tempo dopo, Re Robert parte per una battuta di caccia, Sandor fa parte del gruppo che lo accompagna. Al suo rientro in città viene a sapere della spedizione punitiva inviata da Lord Eddard nei confronti di Gregor, responsabile di diversi massacri nelle Terre dei Fiumi.[15]

Dopo la morte di Re Robert, Sandor si trova alla base del Trono di Spade quando il Concilio Ristretto viene convocato nella Sala del Trono. Lì assiste all'ordine della regina di uccidere le guardie di Eddard, e sguaina la spada contro di loro, insieme alle guardie Lannister e alla Guardia Reale, mozzando il braccio di Cayn e poi aprendolo dalla spalla allo sterno.[18] Durante i disordini successivi, è lui a sfondare la porta della stanza di Jeyne Poole con una mazza da guerra.[19]

Nella Guardia Reale

"Risparmiati altro dolore, ragazzina. Dagli quello che vuole."


Durante la prima corte di giustizia di Re Joffrey, viene scelto per entrare a far parte della Guardia Reale, in sostituzione del destituito Barristan Selmy. Pur accettando la nomina, rifiuta di essere investito cavaliere.[2]

Qualche giorno dopo l'esecuzione di Lord Eddard Stark, insieme a Ser Arys Oakheart e Ser Meryn Trant accompagna Re Joffrey in visita a Sansa. Il ragazzo la invita a prepararsi e a presentarsi a corte con lui e Sandor, di fronte al rifiuto della ragazza, la solleva dal letto vestita solo della camicia da notte e la spinge verso il guardaroba. Tuttavia, prima di seguire Joffrey fuori dalla stanza, si trattiene per consigliarle di evitare inutili ribellioni, capaci solo di spingere il re a causarle altro dolore, e di fare ciò che le viene ordinato. Quando, poco dopo, Joffrey vuole condurre la ragazza a vedere le teste mozzate dei suoi cari, lei rifiuta, ma lo sguardo di Sandor le ricorda il consiglio precedente e la convince a obbedire. Una volta accompagnati i due in cima agli spalti del castello, il Mastino su ordine di Joffrey ruota la testa di Eddard Stark, infilzata su una picca di ferro, in modo che Sansa possa vederla meglio. Quando però, dopo una risposta scortese, la ragazza viene percossa da Meryn Trant su ordine del sovrano, le asciuga il sangue dal labbro con delicatezza e la dissuade dalla tentazione omicida-suicida di spingere Joffrey giù dalle mura cadendo nel vuoto con lui.[9]

In seguito assiste al torneo per il tredicesimo compleanno di Joffrey, di guardia al fianco del re. Quando Ser Dontos Hollard viene condannato a morte da Joffrey per essersi presentato sul campo ubriaco e Sansa interviene per salvarlo, Sandor la supporta nelle sue motivazioni riuscendo così ad evitare alla ragazza l'ira del re.[7]

Tempo dopo, il Mastino si imbatte casualmente in Sansa mentre questa sta tornando da un incontro segreto nel Parco degli Dei con Ser Dontos, divenuto un giullare. Sandor, ubriaco, l’afferra per un polso e le chiede dove sia stata nel mezzo della notte, non credendole quando lei si giustifica dicendo di essere andata a pregare per Joffrey. Afferma che, pur essendo fisicamente più adulta, è rimasta l'uccellino a cui piacciono le ballate sui prodi cavalieri; la invita quindi a seguirlo, dicendole che la riporta al sicuro nella sua gabbia. Arrivati al Fortino di Maegor, vedendo Sansa spaventata per la presenza di Boros Blount, l'aiuta tuttavia nella sua bugia quando Ser Boros la interroga. Dopo un'ultima discussione con la ragazza, si allontana avvertendola che la corte è piena di bugiardi.[13]

Quando nella capitale giunge la notizia della sconfitta di Oxcross ad opera di Robb Stark, Sandor è incaricato di condurre Sansa nel cortile inferiore del castello davanti al sovrano e ai cortigiani. Intendendo punire la ragazza per la vittoria del fratello, Joffrey ordina al Mastino di picchiarla ma questi viene anticipato da Dontos, che interviene cercando inutilmente di far divertire il re. Dopo che Sansa viene colpita più volte da Boros Blount con il piatto della spada, Sandor suggerisce che può bastare ma Joffrey ordina a Ser Boros di denudarla e picchiarla a sangue. La punizione viene interrotta dall’arrivo di Tyrion Lannister, e quando l'uomo chiede che qualcuno dia alla ragazza qualcosa per coprirsi Sandor le getta il proprio mantello.[14]

Qualche tempo dopo, cavalca alla destra di Joffrey nel corteo reale che attraversa Approdo del Re per accompagnare la Principessa Myrcella alla nave che la porterà a Dorne. Sulla strada del ritorno la colonna viene fermata da alcuni popolani, esasperati per la mancanza di cibo; quando qualcuno lancia a Joffrey dello sterco colpendolo in testa, questi ordina al Mastino di portargli il responsabile finendo così per scatenare una sommossa. Mentre i membri del seguito reale fuggono verso la Fortezza Rossa Sandor, rimasto a piedi tra la folla, tenta invano di soccorrere Ser Aron Santagar; vede quindi un uomo che cerca di trascinare giù da cavallo Sansa e, facendosi largo tra i rivoltosi, gli taglia un braccio e porta la ragazza al riparo nella fortezza. Quando il Folletto gli ordina poi di recarsi con Bronn al Fondo delle Pulci per provvedere allo spegnimento dell’incendio là sviluppatosi, Sandor esita un istante per timore del fuoco ma subito dopo acconsente, precisando però di andare solo per ritrovare il suo destriero.[11] Nei giorni seguenti, Sansa lo ringrazia per averla valorosamente salvata durante la sommossa popolare ma lui deride le sue idee romantiche sul valore cavalleresco, dichiarando che non esistono né i veri cavalieri né gli dei, facendola così scappare da lui.[10]

La Battaglia delle Acque Nere

Clegane grugnì: “Non esistono veri cavalieri, così come non esistono dei. Se non sei in grado di proteggerti da solo, allora muori e cedi il passo a quelli che ci riescono. Duro acciaio e braccia forti, ecco quello che domina il mondo. E farai meglio a non credere a nulla di diverso.”


In vista dell'imminente offensiva di Stannis Baratheon ad Approdo del Re, Tyrion decide di togliere a Sandor l'incarico di protettore personale di Joffrey per destinarlo insieme a Ser Balon Swann a comandare delle sortite fuori dalle mura cittadine contro le forze nemiche che dovessero riuscire ad attraversare le Rapide Nere.[20]

Quando infine la flotta di Stannis raggiunge la capitale ponendola sotto attacco, il Mastino guida alcuni cavalieri Lannister contro un gruppo d'arcieri e soldati sbarcati sulla riva, conducendo il suo cavallo fin sulla tolda della galea nemica Preghiera e massacrando chiunque gli si pari davanti.[21] Conduce poi altre sortite, perdendo metà dei suoi uomini sia negli scontri che a causa dell’altofuoco divampato sul campo di battaglia. Ferito sopra un occhio e terrorizzato dall’incendio, rifiuta quindi di obbedire quando Tyrion gli ordina di uscire nuovamente contro un gruppo di nemici muniti d'ariete che stanno assaltando la Porta del Re.[22]

Dopo aver disertato la battaglia, ubriaco e coperto di sangue, il Mastino si dirige alla Fortezza Rossa e si nasconde nella stanza di Sansa. All'arrivo della ragazza la coglie di sorpresa, trattenendola con forza per un braccio e dicendole che sta per lasciare la città avendo ormai perso tutto a causa di Tyrion. Quando Sansa gli chiede perché sia andato da lei, Sandor risponde che è venuto per una canzone; si offre poi di portarla via con lui e di tenerla al sicuro ma, adirato perché lei non riesce ancora a guardarlo in faccia, la getta sul letto e le punta un pugnale alla gola intimandole di cantare se vuole vivere. Spaventata, Sansa intona qualche strofa dell'Inno alla Madre e Sandor finisce per piangere silenziosamente; si strappa quindi di dosso il mantello bianco, lasciandolo a terra, ed esce dalla stanza.[23]

Approfittando del caos della battaglia, fa poi perdere le sue tracce e scompare da Approdo del Re.[24]

Famiglia e genealogia

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Gregor CleganeSandor Clegane???

Note