Steffon Fossoway: differenze tra le versioni

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Versione delle 10:14, 18 feb 2019

Steffon Fossoway
Dati personali
Ser
Nobile Casa Fossoway
Apparizioni
Il cavaliere errante

Ser Steffon Fossoway è un cavaliere che partecipa al torneo di Ashford.[1]



Descrizione fisica

Ha un fisico muscoloso.[1]

Indossa una cappa di lana gialla trattenuta da un fermaglio a forma di mela, fatto con oro e granati.[1]

Descrizione psicologica

È arrogante e gli piace ricordare al cugino Raymun di appartenere al ramo principale di Casa Fossoway.[1]

Sa muoversi in modo agile e veloce. Colpisce duramente gli avversari durante gli allenamenti, in modo da renderli contusi e vulnerabili prima di affrontarli nei tornei. Secondo Dunk, ha un grande capacità di cogliere il punto debole di chiunque con uno sguardo. Osserva con attenzione tutte le giostre; se nota qualcuno ferito o che mostra segni di stanchezza, va subito a picchiare sul suo scudo per sfidarlo.[1]

Secondo Raymun, vede il Giudizio dei Sette contro Ser Duncan l'Alto come un'opportunità per coprirsi di gloria.[1]

Resoconto biografico

Nel 209 Ser Steffon si reca al torneo di Ashford. Prima della gara si allena con il cugino Raymun Fossoway, al suo servizio in qualità di scudiero, e dopo averlo facilmente sconfitto lo prende in giro definendolo "una mela non ancora matura". Avendo visto Ser Duncan l’Alto che osserva il combattimento, lo invita a battersi con lui, e al suo rifiuto gli lancia un'occhiata sprezzante e poi sfida a duello Ser Grance Morrigen.[1]

Al termine della prima giornata di competizioni, Steffon decide di sfidare nelle gare del giorno successivo Ser Tybolt Lannister. Quando la sera stessa Dunk rischia di venir ucciso per aver aiutato Tanselle durante l'aggressione del Principe Aerion Targaryen, Steffon va in suo aiuto al seguito di Raymun, con la spada già sguainata e accompagnato da una mezza dozzina di armigeri dei Fossoway.[1]

Venuto a sapere che Dunk dovrà affrontare un Giudizio dei Sette, Steffon schernisce il cugino per i suoi timori dicendogli che non ha nulla di cui preoccuparsi visto che il combattimento è per cavalieri. Assicura quindi a Dunk il suo appoggio, avendo visto quello che Aerion ha fatto, e gli chiede chi altri stia dalla loro parte. Quando Dunk risponde di non conoscere nessuno Steffon appare turbato, ma aggiunge che fortunatamente lui ha degli amici coi quali andrà a parlare e tra questi nomina Leo Lungaspina, Lyonel Baratheon, Lord Pearse Caron, i Lannister, Otho Bracken e i Blackwood. Davanti ai dubbi di Raymun ribadisce che Dunk può fare affidamento su di lui; quindi raccomanda al cugino di preparare la sua armatura ed il suo cavallo Furia se non sarà tornato prima dell'alba e aspettarlo nel recinto degli sfidanti. Esce dal padiglione ridendo e promettendo una giornata memorabile.[1]

In seguito viene però corrotto da Aerion, che promette a Ser Steffon il titolo di lord se ritirerà il suo appoggio a Dunk e si schiererà invece dalla parte degli accusatori.[1]

La mattina seguente, arriva al campo dove si deve svolgere il Giudizio dei Sette e chiede a Raymun di aiutarlo ad indossare l'armatura. Quando Dunk gli fa notare che manca ancora un difensore, Steffon gli comunica di aver deciso di combattere come settimo campione dalla parte degli accusatori. Davanti al disappunto di Raymun che gli rammenta la promessa fatta, afferma di essere stato sincero in quel momento, ma di avere ora dei doveri nei confronti del Principe Aerion. Ricorda quindi al cugino il suo giuramento di servirlo quale scudiero ma, quando quest'ultimo gli fa notare come lui stia invece mancando al suo giuramento di cavaliere, Steffon sorride dicendo che prima della fine della giornata avrà un titolo ancora più alto perché diventerà un lord. Sale quindi a cavallo dirigendosi dalla parte degli accusatori.[1]

Durante lo scontro Steffon combatte contro Raymun stesso, che ha preferito prendere le distanze dal cugino e rimanere dalla parte di Dunk. Entrambi appiedati e con gli scudi a pezzi, menano fendenti l’uno contro l’altro davanti alla tribuna terminando il combattimento alla pari con solo qualche contusione.[1]

Note